Il titolo Malachite prefigura una molteplicità di significati e di sfumature nel campo semantico del verde. Tale significante adombra in chi scrive, attraverso il greco e il latino, una ridondanza, l’unione di mali e dolori (‘mala’ più ‘Achos’, addirittura uno degli spiriti del dolore e della sofferenza) o in alternativa il rimedio ai mali (considerando ‘akos’, da cui anche il termine ‘panacea’). L’ipotesi del primo significato risulta vanificata dalle proprietà apotropaiche e taumaturgiche del minerale, il cui unico valore etimologico attendibile rimanda alla malva e quindi alle foglie del rimedio naturale. La malachite, seppur contemplando problemi e dolori, si pone come cura. Essa è simbolo delle sfumature, degli ossimori, delle anfibolie, che del resto la poesia ha l’ardire di evocare a parole. Sia la malachite sia la poesia esistono in relazione alla bellezza, alla trasformazione e, in definitiva, alla bellezza della rigenerazione, della rinascita interiore.
Rassegna stampa
Primo classificato al Premio Letterario Internazionale “Un libro amico per l’inverno”, XII edizione 2023
Finalista al Premio “Tulliola-Filippelli” 2023