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«“Illuso” pensò. D’improvviso si sentì troppo simile a quel ragno ingenuo e terribilmente solo. Tutta la propria vita gli parve, di colpo, una ragnatela senza scopo.»
Marco Grandi, psicologo, si reca nel piccolo e suggestivo cimitero dell’Isola dei Pescatori sul Lago Maggiore, per l’estremo saluto ad Adolfo Steinback: il vecchio geniale psichiatra artefice di una strana e misteriosa “terapia” utile a ritrovare il “senso della vita” cui si era sottoposto Marco stesso, quasi un anno e mezzo prima. Ma il professore gli ha riservato una beffarda sorpresa nel camposanto immerso nella magica atmosfera lacustre e quindi accade “qualcosa” che ancora, come già successo nel recente passato, trascina il protagonista in un vortice di mistero e di nuovo nelle vesti di detective. L’imprevedibilità fa da sfondo a tutta la storia: fin dall’incontro con Rossana Verardi, affascinante editor di una grande casa editrice, che gli propone di scrivere un romanzo giallo ma, subito dopo, viene uccisa. Dunque Marco si trova proiettato “dentro al libro” non soltanto da autore bensì, piuttosto, come uno dei personaggi mossi dai fili di un burattinaio. Mentre il suo “giallo” pare si “scriva da sé” e possieda una trama già definita, Marco ritorna nell’albergo Villa Speranza di Baveno, dove già visse una scioccante avventura. In quel luogo s’imbatte in inconsueti fatti indagando sull’omicidio di Rossana avvenuto a Stresa: ma non è solo. Nelle indagini lo affianca, sostiene e talvolta lo intralcia “qualcuno” di inquietante e noto. Cercando il colpevole, il protagonista finisce per cercare anche se stesso e dare un diverso significato alla relazione con Viola, la donna che non sa quanto profondamente gli sia entrata nel cuore. La conclusione della vicenda lascia senza fiato Marco e a tutti sembra inaspettata: ma non a “qualcuno” che pare sapere la “verità” già dal principio.