A cura di Eufemio Andreasi
Molte sono le traduzioni dei “Sonetti” a partire dalla fine dell’Ottocento. Il primo che li traduce interamente è il Darchini, che lo fa peraltro usando la prosa. A lui mi sono ispirato in prevalenza, tentando una mia interpretazione poetica che spero sia efficace. Ho cercato di evidenziare i sentimenti dell’autore per il suo amato e poi per la Dama bruna, che tuttavia è forse soltanto un pretesto. Per quanto riguarda la mia scelta ho privilegiato, al di là della prima parte dove si parla della auspicata nascita di un erede di tanta bellezza, la parte dove il dolore per la lontananza dell’amato si fa più acuto, ma anche alcuni componimenti dove già si intravvede il grande drammaturgo, qui ancora in fieri. Infine le note di disturbo della misteriosa donna amata (e odiata) da entrambi, e in conclusione i due sonetti liberatori per “una vicenda eterna che sempre rinasce dalle sue ceneri” (Gabriele Baldini).
Eufemio Andreasi