“Forse per questo a volte fantastico di farmi monaco e di fuggire in Argentina per ritrovare le mie radici, accontentandomi di poco, dopo aver lasciato senza debiti mio figlio e le poche persone care, come Alma, che mi hanno sopportato. Lo ammetto, è una fuga. Vorrei solo salvarmi da me stesso, da quella parte di me che oscilla tra distacco e furore.”
Manuel Chiti è un uomo maturo che affronta il periodo di confinamento imposto dalla pandemia da Covid-19 come un’opportunità per fare ordine nella sua vita. La sua improvvisa sparizione porta un suo collega informatico, su richiesta del capo del personale della multinazionale nella quale entrambi lavorano, a dover recuperare il PC di Manuel e verificare che non vi siano file compromettenti per l’azienda. L’impresa si rivelerà essere un Vaso di Pandora.
Manuel, attraverso diverse cartelle, scrive nero su bianco pensieri, ricordi e speranze sui temi del lavoro, della famiglia e degli amori dialogando con se stesso alla luce dei suoi scambi via posta elettronica e sms con le figure più significative della sua recente esistenza.
L’arrivo di una e-mail proveniente dalla “fine del mondo”, ovvero l’Argentina, interromperà il confinamento forzato cambiando per sempre il suo destino.
Nessuna voce, è solo il vento è il secondo libro dell’autore, questa volta impegnato in un auto-da-fé attraverso il suo alter ego Manuel Chiti che vira improvvisamente, nella seconda parte, in un noir che non esclude riferimenti storici a fatti accaduti — tra realtà e finzione — durante il periodo politicamente più buio del paese sudamericano.
Intervista con l’autore
Recensione di Maurizio Vitiello su “Positano News”
Libri. Uscito “Nessuna voce, è solo il vento” di Massimiliano Conte, Robin Edizioni.
