“L’aria era limpida, calma. La brezza di tramontana adesso era cessata, come tutti i venti del nord, al tramonto. Davanti a lui la luce radente insanguinava le fronde degli alberi; le loro ombre lunghe e oblique ora prendevano le forme più strane. Antichi guerrieri protesi all’urto della battaglia, animali al pascolo, madri curve nella cura. Camminò, lento, lungo il sentiero di polvere e pietre, con la faccia ramata dal sole nell’epifania rossa che precede il crepuscolo. L’ora che l’angosciava e l’affascinava ogni giorno, l’ora in cui sentiva di essere vicino a risolvere se stesso.”
Un anziano professore si rivolge a Paolo Saliani, avvocato penalista, per ottenere la riapertura delle indagini sulla morte del figlio, ucciso trent’anni prima senza che abbiano trovato il colpevole. Saliani accetta, perché comprende che l’inchiesta è stata superficiale, condotta in un’unica direzione e viziata dal pregiudizio, ma soprattutto perché avverte una vaga affinità con la vittima: una persona sensibile, un umanista colto e appassionato di letteratura. Ascolta gli amici del giovane e la fidanzata, inizia a scavare dentro vizi e ipocrisie. Ma il caso si rivela sempre più difficile, finanche pericoloso per la sua stessa vita. Quando sembra che tutto sia insondabile e sfuggente, tra false piste e mezze verità, Saliani intuisce il movente del delitto in un segreto inconfessabile, gli abissi di un torbido assassino al quale non può impedire di uccidere ancora.
Recensione su Gli Amanti dei Libri