A cura di Claudio Salone
Don Domenico Pascarella determina le sorti dei suoi figli come un pater dell’antica Roma, sorretto nella sua azione educativa da un ferreo codice di leggi. Concede loro assai poco: le sue esibizioni canore domenicali e, una volta all’anno, il teatro San Carlo. Con un atteggiamento paranoideo, chiude le porte della casa-fortino di via Concordia al “mondo ostile”. Per lui la famiglia resta l’unica sede dei valori. La missione di don Domenico si rivela però impossibile e Werfel sembra dire che non si può vivere isolati, senza scegliere da che parte stare, perché i regimi totalitari puniscono anche chi si astiene dalla partecipazione politica.