Negli anni ’70, a Torino, l’autore rabbrividiva ai racconti dei più anziani che, fra leggende e realtà, narravano le vicende di un personaggio alquanto bizzarro tra le corsie del reparto “malati infettivi” del nosocomio Giuseppe Cottolengo. Un uomo dalla testa di cavallo, dicevano. Prende così vita, nella sua mente, Pegasus, una sorta di centauro intelligente e sensibile, ma amareggiato dalla propria condizione che gli impedisce di identificarsi in una qualsivoglia ideologia, persino quella anarchica. Intorno a lui si uniscono una serie di altri bizzarri personaggi, fino al concretizzarsi di una piccola vera comunità di reietti che vive le proprie avventure nelle notti torinesi.