Claudio Cerrone, detto “Gagarin”, nasce nel 1961 a Milano da una famiglia di umili origini. La frequentazione del liceo classico e la conseguente iscrizione all’università lo porteranno a raggiungere la tanto agognata emancipazione culturale che, sommata alla scoperta della dialettica politica e allo sciagurato e fortuito apprendistato fra le file di un’organizzazione terroristica, lo allontaneranno sempre di più dalla semplicità della sua vita quotidiana, fino a spingerlo verso l’inevitabile fuga.
Marsiglia sarà il teatro della sua seconda opportunità, consumata e sprecata nel tentativo di accondiscendere a una realtà che gli va sempre più stretta, all’ordinarietà di un’esistenza cui, intimamente, sente di non appartenere.
A Venezia, nel corso delle sue due successive vite, scoprirà invece l’amore e perfino la serenità dei suoi giorni finalmente realizzati. Un’illusione destinata a infrangersi quando sua figlia, come una nemesi, ripercorrerà le orme paterne rincorrendo il suo destino senza fermarsi a guardare indietro, proprio come molti anni prima Claudio aveva fatto coi suoi genitori.
Sprofondato nell’abisso della solitudine e perennemente in bilico sul baratro senza ritorno dell’alcolismo, sarà costretto, dall’inaspettata piega degli eventi, a mettere un punto fermo dal quale ripartire da capo, facendo come se un prima non ci fosse in realtà mai stato.
Sempre troppo innamorato di ogni giorno che ha avuto la fortuna di veder nascere per permettere che i suoi si perdessero in derive non desiderate, troverà ancora la forza di affrontare una quinta vita, questa volta in Marocco, e, nel suo delirio di onnipotenza, Claudio arriverà a immaginarne anche una sesta e forse una settima, magari da qualche altra parte del mondo, facendo chissà che cosa, tirando a campare in qualche modo o sfidando la sorte, come si fa quando si gioca a carte oppure coi dadi.