A cura di Stefano Serri
È un mondo babelico e rabelesiano, quello del terzo volume del ciclo dei Rougon-Macquart, dove il vero conta più del bello e l’immagine è rappresentata senza filtri, con pennellate corpose e materiche, in una città come Parigi che può anche, nella tavolozza dei suoi colori, negare la luce, tra stanze fumose e vie brumose. Anche se all’interno del ciclo sarà L’Opera il libro consacrato al mondo dei pittori, con Claude Lantier indiscusso protagonista, l’arte del dipingere assume grande importanza anche in questo nostro romanzo; se nella Preda il mondo era visto attraverso la metafora del teatro, qui la città viene filtrata dalla tecnica pittorica, nel tentativo di trasporre il mondo nuovo, enorme, proliferante dei Mercati attraverso la tecnica impressionista, già gravida di toni pre-espressionisti: un’arte, materica e febbrile, che va da Rubens a Soutine, nervosa quanto sono calmi i borghesi.