Tafari è un barbone alcolizzato etiope e ultraquarantenne che vive alla meno peggio a Roma, elemosinando pochi spiccioli per comprarsi da bere. Non ricorda il suo cognome ma solo la sua lingua, l’amarico. L’unica persona con cui ha un rapporto umano è Eurosia, volontaria della Caritas. La sua vita cambia quando, non visto, assiste all’omicidio di Eurosia. Il terrore, ma anche improvvisi ricordi lo paralizzano, e Tafari fugge per essere poi arrestato e trattenuto in camera di sicurezza per quattro giorni, nutrito ma senza toccare alcool. A costo di una grande sofferenza inizia una risalita, trova aiuto e vestiti puliti, perfino un lavoro e ricomincia a ricordare tutta la sua vita, anche se ancora non sa chiaramente perché parli perfettamente italiano, inglese e arabo. La sfida che a questo punto gli si pone davanti è: a Roma, oggi, in mezzo a tre milioni di persone, come può un barbone etiope alcolizzato e clandestino a trovare un assassino e le prove per convincere la polizia?
Finalista al Premo Azzaccagarbugli 2006 al romanzo poliziesco
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Rassegna stampa
“Roma città multietnica. La Garbatella, antica periferia oggi fagocitata dalla metropoli. Ras Tafari Diredawa, barbone etiope che nasconde un animo nobile… Sono questi gli elementi portanti di questo bel noir che dà vita a un personaggio destinato a fare stradas.”
Noir Magazine
“Un romanzo di redenzione, in cui Massimo Mongai non limita la narrazione alla pura e semplice descrizione di un barbaro omicidio, ma apre al lettore una diversa visione sul mondo degli homeless…”
AdnKronos
“Le storie di barboni hanno quasi sempre un grande fascino. Soprattutto se sono reali, vivide, se non giocano troppo sulla diversità…”
Isabella Moroni, LibroBlog
Giliola Chisté © (Foto di copertina)