In una Palermo misteriosa e indolente, tra pizzo, malasanità, tango e surf si incrociano le vite del commissario Gian Maria Cicogna, torinese trapiantato in Sicilia per amore, surfista tecnologico, e di Luigi Iocolò, impiegato della pubblica amministrazione alle prese con un ambiente di lavoro
insopportabile.
Una rapina conclusasi con un delitto diventa, per il commissario GMC, iniziali ricamate sulla camicia, un rompicapo irrisolvibile. Quando viene ucciso, in maniera rocambolesca, un noto ginecologo, il commissario GMC scoprirà che non ha, con Luigi Iocolò, solamente il surf in
comune…
La faccenda si complica quando anche il capo di Luigi Iocolò, vecchio burocrate, viene ucciso nella stessa maniera…
Rassegna stampa
“Nel difendere il romanzo di genere e nel trovare una legittimazione al suo successo di pubblico la critica ha più volte fatto notare come il noir italiano si sia spesso assunto il compito di raccontare i risvolti più problematici della società attuale. Fino a pretendere che una forma tradizionalmente di intrattenimento e di consumo debba sempre assolvere a un compito sociale. Caldofrreddo, romanzo d’esordio di Luigi Colajanni, svicola decisamente da questo imperativo. È un giallo volutamente innocuo. Ma ha un buon ritmo, una scrittura vivace, una sua solidità strutturale. Una certa cattiveria la mette in campo nel descrivere il mondo degli impiegati regionali: in certi ritratti di dirigenti restii a ogni forma di aggiornamento, nelle allusioni a consolidati meccanismi di spartizione di benefici e sovvenzioni o nella descrizione di alcuni tentativi di “aggiustamento” di pratiche rimaste in sospeso. Ma poi la sfida a distanza tra i due protagonisti, il commissario Cicogna e l’impiegato regionale Luigi Iocolò, coinvolto nelle indagini su una serie di omicidi che sembra non aver commesso, si gioca tutta su altri registri e su altri interessi: su una passione condivisa per il surf a Mondello e per le belle donne, sull’uso agonistico della parola, sulla passione per il tango, per il moijto, per i SUV. Quelladescritta è una “Palermo da bere” dalla mondanità un po’ provinciale, non così lontana, in fondo, dalla città amata da una parte significativa della sua classe dirigente.
Mario Valentini – la Repubblica