…ci sono vite che scorrono parallele alle nostre, per confluire nel medesimo punto, come mosse da forze ed energie indomabili. Realtà normali, frammenti di consuetudine celate da velature impalpabili. Prospettive anestetizzate e amalgamate nella consuetudine, bastevoli
però a smussare contorni, arrotondare, sino quasi a sfuocare la drammaticità dell’attimo stesso, al punto da non garantire neppure uno straccio di credibilità nella solitudine e nell’angoscia del quotidiano.
I più efferati crimini si consumano all’interno di rassicuranti mura domestiche, abbassiamo inevitabilmente la guardia e ci sorprendiamo quando, finalmente, realizziamo che il mostro è uno di noi.
Torino, la quotidianità di un gruppo di amici, le passioni, gli amori, l’allegria e il dolore, ruotano attorno alla sfrenata passione per l’arte, energia che a tutto tondo pregna le vite dei personaggi, tutti, inevitabilmente, protagonisti.
Stravolti infine dalla totale mancanza di logica e razionalità di un impenitente giocatore d’azzardo, gigolò e sfruttatore, che finisce con l’intrecciarsi all’esistenza solo apparentemente parallela di altre anime in fermento.
La realtà cruda e un verismo celato solo a tratti colorano di seppia, come lo sfondo del quadro che dà il titolo alla storia, l’esistenza di ragazzi normali, assolutamente comuni. Ogni mattina al sorgere del sole, prende vita un giorno che ancora nessuno ha vissuto…