Sardegna arcaica, VIII secolo a.C. La civiltà nuragica vive il culmine del suo splendore e prestigio nel Mediterraneo. Un mare attraversato da traffici, commerci e flotte da guerra delle grandi potenze. Ma l’equilibrio è spezzato dalla colonizzazione fenicia sulle coste dell’isola. I ricchi mercanti cananei non solo commerciano abilmente, e pacificamente, ma accrescono la propria presenza costruendo scali e città e inevitabilmente scontrandosi con le fiere popolazioni nuragiche. Il guerriero Alvras ha ereditato dal vecchio Serdon il principato di Nur sulle coste nord occidentali della Sardegna. In un’isola che sta perdendo la sua struttura sociale comunitaria, deve fare i conti con le mire espansionistiche dei fenici prima e dei punici poi. Si oppone decisamente alla conquista dei suoi territori, riesce a far costituire una federazione di popoli guidati da re pastori, cerca alleanze con gli etruschi di Vulci, resta vittima di intrighi e di tradimenti. Trova l’amore nella sacerdotessa Tulema. Scopre la potenza crescente di Cartagine sull’altra sponda del mare. E si prepara allo scontro decisivo dove in gioco c’è la libertà del suo popolo. Una storia avvincente di pura avventura dove la civiltà, le guerre e la vita degli antichi nuragici si fondono in una ricostruzione storica accurata. I sardi ritornano ad avere il posto centrale che hanno avuto nella storia, accanto a tirreni, fenici, greci, assiri ed egiziani che incessantemente viaggiano, si confrontano e si scontrano per il predominio.
Rassegna stampa
“Una storia di pura avventura, dove la civiltà, le guerre e la vita degli antichi nuragici, si fondono in una ricostruzione storica accurata. I sardi ritornano ad occupare il posto centrale che hanno avuto nella storia, accanto a tirreni, fenici, greci, assiri ed egiziani, che incessantemente viaggiano, si confrontano e si scontrano per il predominio.”
La Provincia Pavese, 15 febbraio 2011
“Una ricostruzione, la sua, che, mancando di quel tempo e di quelle genti documenti scritti, diventa appassionata narrazione epica, a riempire quel buco nero cui sono relegate le origini della Sardegna, e a restituire ai sardi quel posto centrale che spetta loro, storicamente, nel Mediterraneo: al pari di tutti gli altri popoli, greci tirreni egizi fenici assiri, che da sempre arricchito quel mare di traffici, di incontri proficui non meno che di scontri sanguinosi.”
ma.bra. – Il Messaggero Veneto e di Udine, 21 febbraio 2011
“È possibile raccontare la storia della Sardegna in modo verosimile e, allo stesso tempo, creare un intreccio fatto di amore, guerra e un briciolo d’immaginazione? Sì, è possibile. Lo dimostra l’ultimo libro di Vindice Lecis, Le pietre di Nur.”
Michele Spanu – La Nuova Sardegna
“I sardi ritornano così ad avere il posto centrale che hanno avuto nella storia, accanto ai tirreni, fenici, greci, assiri ed egiziani che
incessantemente viaggiano, si confrontano e si scontrano per il predominio.”
Il Tirreno
“Non c’è solo la Sardegna nel suo racconto: il mediterraneo è solcato incessantemente e si affacciano nelle sue pagine altre città. «Sì, perché il principe Alvras cerca alleanze. Finisce a Vulci, la città etrusca ma le cose non vanno per il verso giusto. Salpa in incognito per Cartagine che allora stava crescendo e si accorge però che nulla potrà fermarla. È comunque, il libro, un crescendo di colpi di scena e avventure, una sorta di epica mediterranea in cui nulla nella ricostruzione, dalle navi alle armi, dal cibo alle tecniche costruttive, è lasciato al caso. Una storia che è anche un omaggio a quei popoli».”
Brano estratto dall’intervista all’autore di Lucio Bertoli, “La Libertà”, mercoledì 9 marzo 2011