Proprio come i funghi, anche i pensieri spuntano rapidi, inattesi e talvolta maligni nella testa del professor Francesco Buonamente, dotato di una invidiabile intelligenza, di una sincerità spietata e di una indolente sensualità.
Alcuni minuti prima che incominci una qualsiasi mattinata di scuola ha inizio la cronaca dei processi mentali che lo assorbiranno per le successive tre ore: si tratta di pensieri grotteschi e penosi, di ragionamenti e di ricordi che alla fine trasformeranno il racconto in un minuzioso ritratto dotato di spessore storico.
È il ritratto di un uomo malinconico, ma a tratti brillante e spiritoso, che tuttavia non è riuscito né a valorizzare il proprio talento naturale per la matematica né a mantenere una soddisfacente relazione sentimentale, a causa della propria noncuranza, e che si difende dal tormento per questi fallimenti esibendo un piglio sprezzante e caustico verso il mondo.