“Non senza stupore, che andava tuttavia trasformandosi in una sensazione di sgomento, riconobbi, in ognuna di quelle figure femminili, identiche le une alle altre, la mia Elisabeth, la fanciulla con la quale avevo trascorso la notte precedente, alla locanda.”
Nei racconti di Morgia si respira un’aria di solitudine, di inquietudine e di mistero. Un’atmosfera in cui si intrecciano fantasia, noir e gotico, i cui ascendenti vanno cercati in alcuni modelli storici di questo genere letterario, tra Ottocento e Novecento, ma anche in un certo cinema, per esempio nell’espressionismo tedesco, di cui il titolo della raccolta, che rimanda a un film di Fritz Lang, rappresenta una consapevole citazione.
Con una scrittura sobria e scorrevole, mai enfatica e riportata spesso all’essenziale, l’autore descrive, in una serie di quadri, una condizione umana incerta, ambigua, a volte tragica.
Si tratta di situazioni dove il singolo individuo non riconosce più se stesso e in un crescendo di vicende in cui il disagio, le difficoltà e gli ostacoli della vita si fanno sempre più intricati e incombenti, letteralmente esplode o, secondo i casi, viceversa implode, in una descrizione
serrata di storie diverse, spesso senza scampo e senza riscatto, ma che, pur nella molteplicità dei racconti, compongono un insieme organico e unitario.
Con ciò lo scrittore intende proporre una sua interpretazione di alcuni aspetti della realtà contemporanea, caratterizzati dal manifestarsi di vicende esistenziali immerse in una crisi senza soluzione e senza via d’uscita, rappresentative dell’attuale momento storico.
Rassegna stampa
“Con La donna dei ritratti e altri racconti Corrado Morgia dimostra di aver scelto, nello scoraggiante contesto della narrativa italiana all’inizio del millennio, un percorso impervio e comunque estraneo all’uniformità minimalista che allegramente dalle Alpi al Mediterraneo satura l’atmosfera della comunicazione letteraria nostrana da almeno un ventennio.”
Marizio Barletta – Malacoda
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“La cifra che segna i racconti è quella dell’assurdo che di colpo rovescia lo spartito monocorde dei fervori e delle malinconie del quotidiano. In tutti i casi, il vissuto che vi si snoda è attraversato da un sordo rumore di minaccia, e il viluppo delle anomalie assume sempre, all’improvviso, una teatralità sinistra, sia che il testo metta in opera situazioni di delirio ripetitive…”
Mario Lunetta – il manifesto
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“Una limpidezza di linguaggio, un’assoluta pregnanza semantica e lessicale, una corretta costruzione linguistica e uno stile scorrevole ed elegante, contribuiscono a determinare una lineare composizione e permettono di cogliere nei singoli racconti i punti focali relativi alla psicologia dei personaggi e degli snodi narrativi.”
Ennio Bìspuri – Le reti di Dedalus
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