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«Quanto è faticoso remare contro corrente o meglio remare seguendo il flusso giusto, quello forse scontato ma portatore di benessere psichico.»
Il manoscritto è suddiviso in lettere che una donna di 38 anni, di nome Rosa, scrive ad Aurora sua amica di gioventù.
Le due donne, pur non vivendo lontane, non riescono a frequentarsi a causa di reciproci impegni soprattutto familiari. La protagonista nelle lettere mette in evidenza la sua “fatica” psicologica nella gestione interna ed esterna della famiglia, composta da un marito e tre figli intorno ai quali ruota la sua famiglia di origine: due genitori, una nonna e una zia materna. Mentre sottolinea la propria difficoltà nel rendere tutto scorrevole, considera anche l’importanza della condivisione dei compiti genitoriali in una società piena di contraddizioni e di stimoli opposti, dove la felicità è considerata il possesso degli oggetti spesso in contrasto con il vero bene familiare.
Per lei il “remare” insieme significa poter raggiungere obiettivi positivi, superando i conflitti che inevitabilmente incontriamo nel nostro cammino.
Emerge costantemente l’introspezione di questa giovane donna che attraversa i momenti di passaggio della vita dei figli con molta ansia, poiché vuol dare il massimo di se stessa. Su di lei pesa il ruolo che ha avuto in passato come figlia e con il quale si confronta per trovare risposte rassicuranti.
Racconta le sue debolezze di donna e di madre, e come riesce ad attenuarle attingendo alle proprie risorse interiori, soprattutto nel momento in cui deve mantenere nascosto un inaspettato innamoramento. La capacità di uscire da questo vortice di emozioni avviene grazie all’amore che prova nei confronti della famiglia, alla sua fede, e al cambiamento del suo compagno che decide, senza indagare troppo su di lei, di iniziare un nuovo “passo” di danza nel rapporto di coppia.
Interviste
Oriella Venturini intervistata su Tele Liguria Sud