Christopher Bellew, pigro rampollo di una famiglia agiata di San Francisco, coltiva con scarso successo i propri talenti artistici, vivendo di rendita. Quando un suo vecchio amico decide di solleticarne le ambizioni letterarie mettendogli in mano la redazione del “Billow”, rivista perennemente incapace di far fronte ai creditori, il giovane non sa dire di no e si ritrova intrappolato in un lavoro sfiancante e non retribuito. È allora che diventa provvidenziale suo zio John, – un vecchio pioniere – che sta per unirsi a una spedizione diretta nel Klondike. Christopher lo segue, trovandosi catapultato in una natura selvaggia, a lottare solo per restare vivo. Sarà Joy, una donna, a fargli da stella polare, dimostrandogli che la forza interiore non dipende dai muscoli. La corsa all’oro diventa così, per Smoke – questo il nomignolo che gli viene affibbiato – il pretesto per affrontare e vincere i propri limiti. Quando finalmente sembra avere ottenuto quel che voleva – l’oro – trascorre il tempo insieme al suo amico Shorty, cercando di rimpinguare la sua ricchezza. Per uno come lui, però, audace e irrequieto, l’avventura è il fine e non il mezzo, un modo per imparare nuove cose di sé e degli altri. Allora il suo viaggio riprende e lo porta a incontrare un “piccoletto” capace di insegnargli il valore del coraggio; una tribù indiana che gli fa fare i conti col suo essere “bianco”; e una squaw molto speciale che mette alla prova il suo amore per Joy. Ma visto che la febbre dell’oro è una malattia difficile da guarire, tra imprese riuscite e altre fallimentari, Smoke si trova nuovamente a confrontarsi con un mondo incontaminato che l’Uomo rischia di distruggere con la sua sfrenata avidità.