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«Credi che stiamo andando a fare la guerra? Jannis i tempi antichi sono finiti, noi non siamo più la grande civiltà, siamo una nazione allo sbando. All’epoca c’era un mondo per tutti, c’erano grandi spazi, conquiste da fare; oggi siamo tutti vicini, troppo vicini, ci sfioriamo in continuazione, non serve più sguainare le spade per combattere, si gioca ai tavoli, con i bottoni e una alzata di paletta. Non c’è nessuna guerra, c’è da chinare il capo o dire NO, e affonderemo lo stesso.»
4 luglio 2015. Jannis guarda il mare che bagna la sua isola, Milos, un atollo nel Mediterraneo. È il giorno che precede il referendum, SI o NO. Mentre l’Europa attende la decisione del popolo greco, i cittadini si riuniscono nell’ agorà dell’isola a ricordare i fasti di una democrazia esportata in tutto il mondo; ora qualsiasi decisione potrebbe essere inutile. Jannis e sua moglie, Calliope, cercano negli occhi dei figli le risposte ai dubbi che nessuno sa sciogliere. Il giorno successivo Tsipras annuncia la vittoria del NO, la Grecia resiste e barcolla. È l’inizio dell’incubo di uno scenario possibile: il default.