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«Così è, a volte. Ed è questa la fortuna in più, quella che altri hanno meritato per me. Perché è lei che mi ha lasciato passare… e tuttavia, andando per la mia strada non potei evitare di voltarmi un’ultima volta, e di pensare per un momento che mi sarebbe piaciuto essere io il suo uomo, almeno in qualche bel sogno, per portarla a braccetto dovunque, come un meraviglioso gioiello che mai, mai più per il resto della storia dell’umanità, avrebbe dovuto cedere, il passo, a nessuno.»
Sogni, esperienze, fantasia… questa è la materia dalla quale nascono novelle e racconti. E in più… un quarto elemento, che spesso si aggiunge da solo senza che l’autore l’abbia cercato o voluto. Qualcosa di imprecisabile, ma a causa del quale può facilmente accadere che quando si scrive la parola “fine” ad una raccolta di storie, ci si accorga d’aver ottenuto più della semplice somma degli elementi che la compongono. Generi e temi si alternano, pagina dopo pagina: dalle descrizioni di sogni de Le sette acque o di Toilettenwelt alle narrazioni “mimetiche” de Il popolo della collina agli affreschi storici e fantastici del remoto passato e del futuro; ma ciò che emerge infine, non intenzionalmente modellato eppure evidente, è il carattere unico e particolare dell’opera. Ed è qualcosa che può sorprendere e far riflettere un po’ tutti… l’autore, non meno dei lettori.