«Fino a due decine di anni fa, entrando nell’ingresso del nostro appartamento familiare a Torino, ci si trovava di fronte a un enorme mobile in terso cristallo e in lucido legno di ciliegio lavorato al tornio, con spigoli a colonne, coi pinnacoli aguzzi, coi piedi rotondi e convessi che parevano duri cuscini sui quali s’appoggiava con solennità quel grave armadio ottocentesco. […] Sui piani che si sovrapponevano all’interno non v’erano pavoneggiati i lunghi boa o i larghi ventagli in piume di struzzo, né i complicati cappellini allora di moda. Vi erano allineati fieramente oggetti più solidi, più pesanti, più virili, più utili. V’era apparsa una copiosa mostra di borracce militaresche.»
Un artigiano della Valle Strona si trasferisce a Torino negli anni del Risorgimento e diviene fornitore di un tipo speciale di borracce per l’esercito. Dallo sviluppo di queste capacità tecniche nell’Italia postunitaria prendono le mosse le avventure e le sventure di una famiglia che vede alcuni suoi membri partecipare con originalità e coraggio alle vicende di un secolo e mezzo di storia italiana. Tra loro c’è la poetessa Amalia Guglielminetti, ma accanto a lei si delineano altre interessanti figure di letterati, di professionisti, di politici impegnati senza incertezze nella lotta contro il fascismo.
Le vicende di una famiglia inconsueta sono ricostruite attraverso una serie di documenti in parte inediti: gli scritti, le testimonianze, i materiali d’archivio permettono di conoscere direttamente personalità che sono vissute in tempi diversi ed hanno raggiunto risultati di rilievo nell’artigianato, nella letteratura, nella politica. Gli atti dell’Amministrazione Militare illustrano l’approdo del falegname Pietro a Torino e il consolidarsi della sua fama di “inventore” di un particolare modello di borracce; gli scritti di Amalia Guglielminetti e di sua cugina, la maestra Paola, permettono di ricostruire l’evoluzione della condizione femminile all’interno di un ambiente borghese alla fine dell’Ottocento; documenti politici e amministrativi tratteggiano l’opposizione al fascismo e la partecipazione alla Resistenza di tre fratelli, Riccardo, Marziano e Andrea, divenuto poi sindaco di Torino.
Il testo delinea così, a livello verticale, profili biografici che testimoniano l’evoluzione socioculturale dei singoli protagonisti; a livello orizzontale, l’avvicendarsi delle loro scelte racconta l’evoluzione della società italiana dalla metà dell’Ottocento – quando Pietro Guglielminetti arriva a Torino – alla fine del Novecento, quando muore Andrea. A livello obliquo personaggi e contesti spiegano come il desiderio di affermazione di una famiglia possa realizzarsi in diversi ambiti della società e della cultura.
Rassegna stampa
“L’autrice ha dedicato un minuzioso lavoro di ricostruzione a questa Storia dei Guglielminetti a lei cara per le ascendenze del coniuge Marziano, docente universitario e letterato, immaturamente scomparso, rimpianto anche dal mondo valdese, a cui ambedue sono stati sempre molto legati.”
Riforma.it
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