“Ciò che sta accadendo oggi è solo una fase transitoria, la quiete prima della tempesta, una pausa. In questo stesso inizio d’anno o forse in uno dei prossimi si compirà il destino dell’Austria. Sapremo presto se sarà quello di diventare uno stato vassallo di altre potenze o quello di entrare a far parte del grande Reich tedesco… Ti sei mosso troppo in anticipo e troppo presto hai voluto presentarti come soccorritore quando non c’era ancora niente da soccorrere. La battaglia per Vienna non è che agli inizi!”.
Con la prima pubblicazione in lingua italiana del romanzo-saggio “La Battaglia per Vienna” di Hugo Bettauer (titolo originale, “Der Kampf um Wien”, 1922-23), si vuole offrire a un più vasto pubblico di lettori la possibilità di conoscere aspetti meno noti della cultura e della società austriaca – e in particolare viennese – dell’inizio del XX secolo, partendo da un osservatorio diverso da quello della letteratura “alta” (Hofmannsthal, Schnitzler, Musil), quello cioè dei piccoli ceti urbani, impegnati quotidianamente nella lotta per sopravvivere dopo l’immane catastrofe del conflitto mondiale. Si tratta del punto di vista di chi, come giornalista, scrittore e divulgatore, ha impegnato tutto se stesso e con grande coraggio in una lotta quotidiana e difficile contro la corruzione, l’oscurantismo, il filisteismo e in favore della giustizia sociale e dei diritti civili. Con grande coraggio, perché in quegli stessi anni ’20 era già alle viste l’incubo del nazionalsocialismo, di cui lo stesso Bettauer cadrà vittima, proprio nel 1925, l’anno della pubblicazione del Mein Kampf di Hitler.
L’affresco bettaueriano, pur variegato e complesso, non ha i colori raffinati e scintillanti di un Robert Musil e rientra in buona sostanza nella cosiddetta “paraletteratura” o “letteratura d’appendice”. Tuttavia, anche così confinato, esso dispiega una forza narrativa notevole, fatta di scene tratteggiate con rapide ed efficaci pennellate e di un intreccio multiforme e denso di eventi, con lampeggiamenti profetici dell’imminente, tragico futuro. Per dirla con le parole di Murray Hall, nella sua postfazione all’edizione del 2012, il romanzo ci consegna una grande mole di materiale su cui riflettere, materiale “non sublimato, ma conservato, il che non è certo poco.”
Edizione italiana a cura di Claudio Salone