«Se il ‘68 rappresentò il punto culminante di una parabola sociale di consapevolezza in ascesa, ne seguirà il ‘69 della propria Ombra, quando tutto ciò che non era evidente prima uscì improvvisamente allo scoperto, mostrando la sua faccia oscura.»
Dall’immagine di copertina di Valter Sambucini, al contenuto del libro di Carla Guidi, una memorialistica a rappresentare soprattutto la gioventù del dopoguerra, resiliente e, nonostante tutto, affamata della vita, sottoposta alla mortificazione estetizzata di un periodo storico-sociale in cui iniziava la vera guerra commerciale ed il bombardamento dell’immaginario collettivo con nuovi accattivanti prodotti, anche addirittura stupefacenti, l’invasione delle plastiche e la distruzione dell’ambiente, l’ambiguità della Pop Art e dei media. Non a caso il libro inizia citando “La società dello spettacolo” di Guy Debord, che aveva già intuito che proprio la spettacolarità anestetizzante sarebbe diventata “il cattivo sogno della società incatenata”.
La narrazione passa, tra avvenimenti epocali, attraverso una realtà stratificata che copre molti segreti. Dagli anni ‘50/‘60 il sesso e la procreazione, insieme alla terribile verità sulla recente guerra che l’Italia contadina aveva perso, insieme alla propria dignità, abbandonata all’interno di un’agonia lunghissima, per infine rivelare come l’occultamento riguardasse i servizi segreti, i Colpi di Stato, gli uomini di Mussolini ancora al potere e mai processati, il vero scopo degli attentati e l’uccisione di personaggi divenuti scomodi.