«Chi mi sta aspettando ha segnalato che è un borgo monumentale di passo, su una delle antiche Vie del Sale provenzali. La chiesa di Santa Margherita dovrebbe essere tracciata da una magica ley line per via di un tesoro o qualcosa del genere molto importante per noi. Speriamo di non perdere tempo inutilmente anche questa volta…»
Dal 1915 alla fine della Seconda Guerra Mondiale un fil rouge in apparenza casuale incrocia i destini italiani e francesi di alcuni personaggi dell’epoca. Sembrano tutte persone cosiddette normali che nel bene o nel male, sovraccariche di pulsioni erotiche piuttosto che di manifesta tristezza, la sorte ha voluto fare incontrare fra loro a dispetto delle origini familiari, delle due guerre, dei ruggenti anni venti, del Régime de Vichy e del passaggio dei Territoires de la Haute-Roya alla Francia.
A proposito del Trattato di Pace franco-italiano, firmato a Parigi il 10 febbraio del 1947 nella Sala dell’Orologio del Quai d’Orsay, il cambiamento di sovranità nazionale in quella valle pittoresca solcata dal Roya, così come nei borghi confinanti di altre vallate, trasformerà la vita di tanti abitanti. Le mutazioni politiche, amministrative e sociali non modificheranno però il tradizionale appuntamento annuale con il Torneo di Belote del Pilun perché appare subito evidente che non è solo un gioco di carte.
Qualche stranezza, talune figure ambigue e diverse originalità che caratterizzano certi individui emergeranno poi pagina dopo pagina, variando inevitabilmente la trama della storia. Finché, in un crescendo di emozioni e repentini cambiamenti di scena, il testo si tingerà dei colori del buio. A quel punto il lettore più attento forse capirà; viceversa, se l’indizio più grande sarà ormai sfuggito, terminerà probabilmente l’intreccio aiutandosi con il miglior governo dell’analessi oppure sorprendendosi fino alla fine.
Ricreando parzialmente lo scenario a ridosso della frontiera solcata dall’antica Ligne Maginot Alpine delle Alpi Marittime, Vito Antonio Gastaldi riluce delle suggestioni che hanno commosso e ammaliato i lettori dei romanzi precedenti vergati nello stile dei racconti e delle fiabe popolari. Avere ripreso perfino alcuni protagonisti, per dare più continuità al corso degli eventi, è sinonimo di fedeltà a quel mondo di una volta, del tutto rimpianto perché vissuto compiutamente solo sulle ali delle accurate ricerche e dei ricordi familiari ritrovati. Nessun dubbio, quindi, che pure Croissant de Lune permetterà a chiunque ami leggere profondamente di ottenere il piacere che riesce a dare soltanto un libro scritto con passione.