Amore mio freddo, raggelami
e io non sarò più che un fiore avvizzito
cresciuto e morto nell’ombra,
donato a te nel breve istante in cui declina,
in un fioco bagliore,
una modesta giornata.
“Nei luoghi bui” evoca, nel titolo, una discesa agli inferi. Non si tratta, tuttavia, di un percorso epico o grandioso. Piuttosto, l’Autore e i suoi personaggi fanno quotidianamente i conti con l’esperienza dolorosa dello spaesamento, della perdita d’identità, dell’estraneità, in una realtà percepita come gelida, immobile, dissolta, in cui si confondono ricordi, voci del passato, suggestioni oniriche, atmosfere rarefatte, accanto a sussulti di insofferenza e a squarci di realismo. Il proposito di vivere “nel sonno beato delle cose”, calato in una “calma sospesa” che “annebbia la vista”, coesiste con l’ansia, mai risolta, di affondare il coltello nelle piaghe. Questa ambivalenza si riflette nei testi, in cui i toni lirici convivono con accenti a volte espressionistici. Anche la natura è spesso protagonista di queste poesie e la sua potente bellezza, colta in particolari momenti della giornata, è resa più struggente dal sentimento ineludibile della sua fragilità.
L’11 ottobre 2020 gli viene assegnato il Primo Premio, con attribuzione di medaglia aurea, durante la quarantatreesima edizione del Premio Internazionale Medusa Aurea, indetto dall’Accademia Internazionale di Arte Moderna di Roma.
Il 30 novembre 2019 si classifica tra i finalisti del premio “Mario Panunzio” 2019, attribuito dal Centro di Studi e Ricerche Mario Panunzio di Torino.