“Al mattino, nel livido grigiore che alitava dall’asfalto umido alla nebbia bassa, arrivarono alla spicciolata i ragazzi, imbacuccati nelle loro sciarpe e nella loro nuvola social di imprecazioni, commenti, faccine. Qualcuno di loro lo aveva saputo all’alba, e la notizia era subito esplosa: di chat in chat si discuteva del fatto, delle discussioni sul fatto, di chi aveva avuto da discutere sulle discussioni. Le dita gelate stringevano i cellulari vibranti.”
Un giallo ambientato in una scuola è cosa inusuale. Ancora più improbabile è ambientare una scuola in un giallo. Ma può accadere che un nuovo assunto prenda servizio nell’organico di potenziamento di un liceo e quasi inevitabilmente attorno a lui si condensino tensioni e insofferenze. Nicola Labeschi insegnerebbe diritto, ma non è detto che riesca a farlo: il preside e i colleghi sembrano considerarlo irrilevante o addirittura molesto. Un giovane collega simpatizza, un capro espiatorio sembra arrivare al momento giusto per addossarsi sospetti e accuse, un funzionario solerte e sgradito scompare, ma l’enigma si scioglie in cantina: in vino veritas.