“Non erano ancora le cinque, quando, sospinte dal soffio leggero di una fresca brezza di fine settembre, le note malinconiche di una fisarmonica, danzando, risuonarono fra i cortili e gli androni dei palazzi, fin quasi a raggiungere il viale, lungo il quale rumoreggiava il traffico, indifferente alla bellezza che, anche in quei luoghi, cercava di ritagliarsi un suo minuscolo spazio.”
«Si ferma qualcosa entro il divenire? Ciò che ritorna. Cos’altro è una rapsodia se non il rifare mnemonico del verso, da Omero in poi; in più vi è la solitudine che altro non è se non la comune compagna con la quale trascorrere diverse e svariate serate andandola a trovare nella passeggiata del nostro esordio di poco fa, o metterla in condizione di farci visita scoprendo in realtà che questa seconda ipotesi è, con adiacenza somma, la condizione dell’esistenza.»
Dalla postfazione di Alberto Simonetti
Rassegna stampa
“Un libro caratterizzato da un retrogusto che sa di Novecento e che narra il costante emigrare dell’autore.”
Umbria24.it
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