“Che figlio incongruo sono stato in cambio dei sacrifici compiuti in mio nome, che figlio sprovveduto è colui che è iniziato ai modi spicci dell’avvenire.”
Il labirinto è un luogo comune a tante arti. Quelle figurative lo rappresentano spesso con un motivo geometrico, ritmico, quasi ipnotico, a evocare le difficoltà di penetrare lo spazio circoscritto… E se la sfida non fosse semplicemente giungere al centro della mappa, ma sferzare il senso dell’orientamento per resistere anche alla sfuggente linearità della vita? L’io che si fa strada tra queste pagine sfrenatamente personali si mette alla prova, si fa prosa viva e gareggia con amori veri o presunti, morti propizie, luoghi lontani anche se a portata di mano e storie su cui continua a ricamare pur di non smettere di trovare se stesso.