C’è una terza via. Quella che è solitamente meno battuta, meno scontata, che va oltre le ovvietà e che sa di coraggio e ignoto. La via di chi sceglie di alzare la schiena e provare a farcela da sola. Senza sconti. Senza trampolini di lancio, senza cuscini di atterraggio. Senza ancore.
Davanti a quel bivio, Lidia sceglie!
E sceglie di imboccare la strada che nessuno si sarebbe aspettato potesse intraprendere.
E quella sarà la sua scelta vincente! Perché da lì, da quel passo in poi, per ogni risultato potrà applaudire solo sé stessa e dirsi: “Ce l’ho fatta!”
Attraverso il dolore, le paure, i dubbi Lidia sceglie di andare avanti e puntare a far volare quei sogni che “non meritano più di rimanere in un cassetto”.
“Indosso sogni che scappano dal cassetto!” – si era ripromessa tanti anni prima, ma poi, come succede spesso, quella promessa importante l’aveva dimenticata, e in parte tradita. Ora, quei sogni lì saranno la nuova divisa con cui affrontare, insieme a suo figlio, il piccolo Alfredo, la sua nuova vita.
Una vita che, scoprirà presto, le calzi alla perfezione.
E forse su quella strada, fatta di conquiste e denunce coraggiose, finalmente dedicandosi a quel lavoro che sempre aveva sognato di poter realizzare, ma a cui si era sentita costretta a rinunciare, intrappolata in quei meccanismi che vedono, ancora oggi, la donna “l’essere naturalmente chiamato a fare un passo indietro”, su quella terza strada potrà fare, invece, il suo balzo in avanti. E sarà la mamma, ma anche la giornalista che potrà raccontare con coraggio di quegli abusi, di quelle forme di violenze subdole e discriminatorie che, ancora, le donne o semplicemente le persone “diverse” si ritrovano a dover affrontare quotidianamente.
E su quella terza strada, per quelle domande che semplicemente aveva avuto paura di porsi, troverà finalmente tutte le risposte che l’aspettavano da tempo.
E che gli altri aspettavano da lei. Tutti quegli altri che sono stati la sua zavorra o la sua forza.