«Ho tradotto queste poesie inseguendo un mio personale sentimento della bellezza, del tutto soggettivo, in cui sono protagonisti il vento dell’inquietudine e del turbamento. Una bellezza priva di energie interne che innervano il testo senza renderlo misterioso, mi lascia indifferente. Scoprendo per caso (tutte le cose più stimolanti sembra avvengano per caso) le poesie del più trascurato (in Italia) poeta del romanticismo inglese, John Clare, ho intrapreso un vagabondaggio tra i versi di quella grande poesia anglosassone alla quale questo solitario bipolare apparteneva (da Wordsworth, Blake, Coleridge, Keats, Shelley, Barrett Browning, fino a Hopkins). Chi, meglio dei romantici, mostra e descrive uno spirito perturbato? E chi, fra loro, può dirsi completamente sano di mente? Ma forse i sani di mente raramente possiedono la grazia della poesia. Anche in questo caso, di definito non c’è nulla.»
Lucetta Frisa