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«Lui, pensionato precoce perché pronto a servire la sua terra, ma non per chi la comandava in quel momento, aveva compreso che era tempo di comprendere meglio i tempi, specie quelli a venire. L’8 settembre di tre anni prima non l’aveva colto impreparato.»
22 dicembre 1946: una data storica, molto importante per Limone Piemonte. Una locandina annuncia infatti la ripresa delle comunicazioni ferroviarie e la riapertura della stagione turistica dopo i cinque anni bui della guerra.
L’atmosfera festosa e mondana viene tuttavia funestata da una serie di morti improvvise: prima il colonnello Attilio Gerbaudo, eroe della Resistenza locale, dopo lunga e penosa malattia, poi la nipote di quest’ultimo, Giulia, diabetica e sotto psicofarmaci, apparentemente suicida.
E se invece si trattasse di omicidi? Quale potrebbe essere il movente?
Il maresciallo Giulio Alberti, comandante della stazione dei carabinieri di Limone, e il commissario Luigi Grosso della squadra omicidi di Torino, compagni di molte avventure investigative e amici di lunga data, indagano sull’accaduto.
Le indagini riporteranno alla luce un giallo che affonda le sue radici nei lontani anni Venti, all’epoca dei primi violenti scontri tra squadre fasciste e comunisti.