«Le barche dai lunghi remi incrociati solcavano il mare lasciando una lieve scia luminosa. Faceva rapidamente buio, le sagome delle case delle due città, quella nuova e quella vecchia, parevano gradualmente sparire nel mare, inghiottite all’altezza della lunga linea grigia che limitava l’orizzonte. “Una città difficile da penetrare arroccata com’è nella sua storia”.»
Da Persefone (la dea in trono) a Penelope, dalla Tosca di Puccini alla Rosina di Paisiello, dalla giovane Ghirlanda, uccisa dal marito, alla passionale Koibe, da Isabella di Belcastro (che el Hedi vede solo ritratta in un quadro) alle misteriose Lycia e Bettina, dall’attrice Francesca alla rassegnata adolescente Maria: le donne dominano la scena. E là dove non ci sono (Mare nostrum), covano nella mente e nel cuore dei marinai.
Al fianco di questo universo femminile interagiscono letterati come Choderlos de Laclos, pittori come Piero della Francesca, e qualcuno riconoscerà grandi uomini che hanno fatto la storia e i piccoli che si sono concessi solo alle cronache dei giornali. Altri potrebbero riconoscere, nell’ultimo racconto, persino il mesto lombardo, inserito a sua insaputa nella giuria, la quale deve votare per il ‘salto nel vuoto’ del protagonista.
Un’umanità sempre in bilico tra l’autodistruzione e il rinnovamento, che in una pirotecnica fantasia finale, dove tutto è vero e falso ad un tempo, l’autore prende in giro, ma finisce per amarla così com’è.