Carola Sacchi, una showgirl della tivù italiana, viene assassinata nel suo appartamento. Si tende a derubricare il delitto sotto la voce “tentativo di furto ad opera di ignoti (naturalmente stranieri) finito a schifio”, e quindi a chiudere il caso in quattro e quattr’otto. Flavia Pasti, una giornalista che le era stata vicina agli inizi della carriera, vuole però vederci chiaro. Chiede aiuto allo zio Gigi Marè, ormai in pensione ma sempre sulla breccia. I due partono dalla movimentata vita, dalle molte amicizie e dalle aspirazioni della starlet televisiva ed entrano perciò fatalmente in contatto con alcuni aspetti, i meno luminescenti e profumati, del tanto agognato mondo mediatico romano. Da lì arrivano a un groviglio di affari e affaracci che coinvolgono uomini e donne di prestigio e potere, aprendo il sipario sullo spettacolo – e che spettacolo! – del nostro tempo e del nostro mondo: il migliore dei mondi possibili, naturalmente.
Roma è come sempre teatro e protagonista di questo settimo caso del commissario Marè. Che Mario Quattrucci, e la brillantissima new entry del giallo italiano Alessandra Vitali, ci raccontano col linguaggio espressionistico, la colorita icasticità, e l’indignazione ironica, di nobile ascendenza belliana e gaddiana.