Il silenzio di Aurora irrompe nella vita di Matteo in un anonimo sabato di primavera, quando le sirene di un’ambulanza lo scuotono dal sogno per condurlo nella casa dove la sua “sorvegliata” speciale siede inerme, buttata su un divano di niente. “Io la conosco. Io la conosco molto bene” è tutto quello che gli viene da dire quando stanno per condurla in una casa di cura, e la sua voce chiara, limpida, trasparente, irrompe nell’aria con tale determinazione che non c’è bisogno di aggiungere altro per renderla credibile. Anche se in realtà la sua è una conoscenza assai singolare.
Matteo, infatti, è un avvocato famoso, che ha sacrificato la sua passione per la pittura in virtù di un padre autoritario e conservatore, che considera il suo talento un’autostrada verso il fallimento. E così la esercita a fine giornata, per compensare la bruttura che ogni giorno si porta a casa dalle aule dei tribunali. Ed è proprio dal suo giardino che ha intravisto Aurora. Attratto dai gesti che compie nello stendere i panni e dalla scelta delle mollette. Tanto è bastato per eleggerla a musa ispiratrice prima e sentirsi parte della sua vita poi. Ma ben presto Matteo scoprirà che il silenzio di Aurora non è per quella giornata ma sarà per sempre. Anche se è certo di averla sentita parlare, quando inconsapevole di essere osservata regalava momenti preziosi a lui e alla bambina che teneva in braccio. Una bimba della quale non si hanno più tracce, scomparsa nel nulla, proprio come la sua voce. E allora dovrà scoprire il segreto che incombe sulla vita di Aurora, e riuscire così a venir fuori anche dal suo passato, per far sì che la propria esistenza venga rappresentata non solo su una tela, ma sia finalmente viva. Sia finalmente vita.