«Mi è simpatico, quest’uomo che io (ancora?) non so se sia Schubert. Lo capisco, lo immagino, lo presumo – che si tratti proprio di Schubert – solo quando ascoltiamo insieme, passeggiando, un brano della Rosamunda (l’opera lirica, dico, non il quartetto per archi) e io, per adularlo, perché mi è simpatico (lui, il mio quasi-amico), canticchio tra me e me un’aria di quel brano, ma lo faccio in modo che lui possa ben sentirmi. E dato che so (ovviamente) che quell’aria viene dalla Rosamunda e dunque che, venendo da lì, è proprio decisamente di Schubert, e so anche che io la canticchio per adulare il mio compagno di strada, per fargli sapere che io conosco e apprezzo la musica che lui ha composto, da tutto ciò finalmente deduco che sto passeggiando con Schubert.»
Sotto il titolo generale di “Contracroniche” Sandro Sproccati presenta in questo libro una serie di testi saggistici o narrativi a forte vocazione inventiva, su argomenti di volta in volta filosofici, auto-introspettivi, immaginifico-storiografici o politico-polemici, nei quali la scrittura si dà come un coup de langage teso a cogliere di contropelo luoghi comuni e aspetti di realtà soggiacenti alle mistificazioni del pensiero imperante.