Lo scrittore, in debito di ispirazione, aveva interrotto di picchiettare sul computer e, in attesa di qualche idea folgorante, si era messo a giocare con il mappamondo di legno. Si divertiva a farlo girare all’infinito e ogni tanto lo fermava con il dito indice per programmare un viaggio… con la fantasia.
Esattamente come faceva il protagonista del fi lm di Buñuel, “Quell’oscuro oggetto del desiderio”.
“Ogni cosa ha una voce”, come dire che ogni oggetto comunica con l’altro. Questa affermazione di Paolo di Tarso è la fonte ispiratrice dei dialoghetti surreali. In ciascuno di essi i personaggi inanimati si affrontano in una schermaglia fatta di battute pungenti e sottili, ironiche e beffarde. L’intento di ogni rivale è quello di prevalere sottolineando la sua storia, le sue qualità, la sua importanza. Ma il risultato finale sarà il ‘compromesso’, in quanto entrambi, cavallerescamente, riconoscono di essere essenziali.