«È rinfrancato perché gli sembra che qualcosa sia successo e che per ora possa andare bene così. Ha temuto il peggio e in questo momento pensa anch’egli quanto le loro vite siano state a un punto di tracollo – perché poi, per niente, come forse è stato per suo padre e sua madre e come può essere per tutte quante le vite possibili – nell’economia dell’esistenza e del suo divenire.»
Dopo essersi allontanato per gli studi universitari, Luigi Vivarelli ritorna nella sua città natale. Il giovane ora è un professore e non può rifiutare l’occasione di una cattedra di chimica. Non è facile, tuttavia. È costretto ad allontanarsi dalla giovane moglie, che lavora in uno studio di architettura, e a riprendere i contatti con quel che rimane della sua famiglia; la madre, che abbandona marito e figlio nella speranza di incollare i pezzi della sua vita e il padre, che sembra essere rimasto sempre uguale. Questo stato d’animo di sconforto si manifesta nel decadimento del cottage familiare, una casa sul mare, appartenuta al nonno di Luigi, l’ingegner Vivarelli, e a sua moglie, conosciuta a Budapest. Il ritorno al passato si presenta a Luigi come una sorta di ricatto riparatorio che compromette il rapporto con Viola, la giovane moglie, e non solo.