Sono le sette di sera a Roma quando alla redazione del Messaggero della Tv arriva una telefonata. “Speriamo non sia il boss”, pensa Claudio Stellari, giovane redattore d’insuccesso, mentre alza la cornetta. Invece è proprio il capo, che lo chiama solo per insultarlo, come fa di solito. Ma quella sarà l’ultima volta, ha giurato Claudio. I coltelli sono già affilati e lui adesso desidera solo ucciderlo.
Inizia da qui il racconto della prima esperienza lavorativa dell’ingenuo Claudio Stellari, anni 25, di professione aspirante giornalista. Dopo aver scoperto il terribile segreto che si cela dietro la casa editrice per cui lavora, un episodio improvviso sta per fare di lui un violento assassino.
Una narrazione ironica e spietata del mondo del lavoro di oggi, in un susseguirsi di situazioni tanto surreali quanto comiche, dove i sogni e le speranze di un’intera generazione si scontrano con una realtà precaria e brutale.
Booktrailer
Recensioni
“Tirinnanzi racconta con piglio ironico e spietato il mondo del lavoro, dove le speranze di una generazione si scontrano con la precarietà.”
Corriere della Sera
“Crepi quel lupo! è una black comedy al tempo stesso paradossale e realistica. Perché è impossibile non rivedersi nella vicenda di Claudio Stellari, arrivato come tanti a Roma col sogno di sfondare nel giornalismo e ritrovatosi, invece, a contatto con un mondo dove mediocrità e meschinità sono le doti più preziose.”
Carlantonio Solimene – Il Tempo
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“Pur di fare qualcosa ci si adatta alle vessazioni di un datore di lavoro mascalzone, agli stipendi che saltano, all’angoscia che ti avvelena la vita e gli affetti. Fino a che tutto non sprofonda in un incubo talmente ottocentesco, che l’unica via d’uscita sembra provenire direttamente dall’horror alla Edgar Allan Poe.”
Il Foglio
Interviste
“Il libro ha un taglio tragicomico e nessun intento letterario, offre una istantanea della nostra generazione alle prese con un mondo del lavoro dove non c’è più né rispetto né dignità: perché il problema è la dignità del lavoro altro che la flessibilità.”
Simona De Santis – Corrieredellasera.it
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