Danze per bestie selvatiche è un racconto in immagini, in discorsi di alcuni fatti accaduti nell’arco di sette anni (e qualche mese). Un ciclo evolutivo che inizia e finisce con una crisi passando per l’innamoramento, il tradimento, l’elaborazione di traumi passati, molti viaggi e una morte importante. L’uso dei versi, per lo più sciolti e liberi, è la scelta compositiva che più della forma racconto è in grado di operare una restituzione visiva, quasi cinematografica degli avvenimenti, dei sentimenti, delle emozioni. Poesie come danze utili alla comprensione di stati corporei ed emotivi che necessitano una masticazione e una digestione più lunghe per essere accettati. Un atto di cura riferito ad un sé, a un tu, a un noi, a un tutti nel desiderio di nutrire gli aspetti meno addomesticati dell’essere spesso attraverso la relazione con le bestie che incontriamo, che siamo.
Rassegna stampa
“L’uso dei versi, per lo più sciolti e liberi, è la scelta compositiva che più della forma racconto è in grado di operare una restituzione visiva, quasi cinematografica degli avvenimenti, dei sentimenti, delle emozioni.”
Campadidanza – Dance Magazine, Caterina Giangrasso Angrisani
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“Sono versi che mi restituiscono sensazioni corporee: odori, suoni, sapori sono palpabili.”
Gli Epicurei, Francesca Maggi
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