“Chino la testa e John Atta si volta, mi invita ad affiancarlo, mostrando agli occhi l’umano timore per l’ignoto.”
Il detective Marlowe è momentaneamente parcheggiato in una clinica di Loco Hermoso, in territorio messicano. In convalescenza dopo un intervento chirurgico, si gode le cure dell’incantevole Miranda, l’infermiera dei sogni proibiti di ogni malato. Lasciato il Messico e rientrato a casa, Marlowe riceve una telefonata dalla signorina Conchita, sorella gemella di Miranda. Ugualmente bella da mozzare il fiato, la señorita rifila alla curiosità del detective strane storie di certi amori proibiti, costringendolo a seguire un caso pieno di sorprese e soprattutto a fare i conti col suo doppio, quel gemello siamese che lui s’è trovato cucito alla coscienza.
Tra molti “pollicini” e interminabili sigarette, spuntini al Minnie’s bar dove oltre al cibo c’è sempre un balconcino da apprezzare, in sella alla sua Olds Marlowe segue la pista di due antichi gioielli che uniti simboleggiano la vita eterna e per i quali più di qualcuno è disposto a uccidere.
Sequenze da film e colpi di scena, tra richiami letterari e acrobatiche metafore, non ultima quella che vede il detective con la sua baby alla tempia, mentre il jazz della West Coast si fa più acuto…
Disponibile anche in ebook
Concorso fotografico
“Interpretando Frank Spada – Letteratura, musica, fotografie e assenze” ispirate dal libro Marlowe ti amo.
Ecco le foto che hanno concorso:
http://pinterest.com/frankspada/
Rassegna stampa
Qualche tempo fa ho avuto il piacere di recensire Marlowe Ti Amo; in qualche modo ho cercato di porre in risalto lo stile della scrittura ed i concetti simbolici custoditi all’interno delle parole. In un fraseggio bebop; ‘Il narrare supera il narrato, il raccontare diviene arte, al di là di ciò che vuole esser raccontato’, così scrivevo il 16 Gennaio 2012.
Non è che senta di dover smentire del tutto quanto appena riportato, ma senz’altro bisognerebbe andare a rileggere Marlowe Ti amo, subito dopo aver concluso l’ultima pagina Dimmi chi sei Marlowe. C’è un problema di fondo che è stato senz’altro sottovalutato, un problema se vogliamo di ordine pessoano. Come si può capire lo scrittore portoghese, se non considerandolo nella sua completezza? Ciò significa non scindere Ricardo Reis da Bernardo Soares e gli stessi da Alvaro de Campos, Alberto Caeiro e Fernando Pessoa. Non è il momento di dibattersi su quanto possa esser studiata una schizofrenia consapevole, pur anche non solo letterariamente concepita. Forse però è una necessità essenziale quella di far appena appena rilevare che siamo giunti proprio alle estreme conseguenze di un discorso pirandelliano, di onestà e di accettazione delle tante maschere che compongono il nostro vivere instabile giornaliero. Solo i grandi scrittori sono in grado di afferrare questo concetto che sa di rettitudine morale, il riconoscere l’identità del nostro quotidiano set di maschere e donare ad ognuna di esse (o almeno a quella principale) la capacità di essere essente.
Gaetano Celestre – Post Scriptum
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“Marlowe, a differenza della prima storia, è maggiormente coinvolto nelle indagini e le vicende sono più ingarbugliate, ma lo stile è sempre unico e riconoscibile fra mille. Il personaggio Marlowe è facile da immaginare, con un ‘pollicino’ in mano e una Lucky che gli pende dalle labbra. Lo stile di scrittura è bizzarro, spassoso, piacevolissimo.”
Fabrizio Santuccio – Scaffali Virtuali
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“Gioca con le parole Frank Spada, le mescola in un cocktail fatto di similitudini, metafore, di gergalismi, pochi e comprensibili, narrando e divertendo. Devi leggere fra le righe, perché è lì che si nasconde la scrittura di questo autore, che racconta dipingendo con parole studiate l’ambiente, la società, gli uomini.”
Daniele Imperi – Libri da Leggere
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“La struttura narrativa e la costruzione della vicenda sono solide e collaudate, il tutto per creare un noir seducente e provocante, che commuove e coinvolge, sorprende e diverte. Il tutto sorridendo accattivante ai grandi classici dell’età dell’oro del noir americano. Un piccolo gioiello narrativo”.
Igor De Amicis – Thriller Magazine
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“Torna Marlowe, detective di chandleriana memoria nato dalla penna dello scrittore udinese che si cela dietro lo pseudonimo di Frank Spada, giunto al suo secondo romanzo. Rispetto alla prima prova, Dimmi chi sei, Marlowe offre un plot più veloce, avvincente e misterioso, soprattutto perché il detective è personalmente coinvolto nelle indagini”.
Lorenzo Strisciullo – Mangialibri
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“Capita, a volte, che mentre leggiamo un romanzo ci rimbalzi in testa una melodia: chissà quale associazione mentale l’ha risvegliata ed ora ci pare la colonna sonora ideale ad accompagnare la narrazione. Nel caso dei libri di Frank Spada il fenomeno è inevitabile…”
Carla Casazza _ Book Avenue
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“La scrittura di Frank Spada al pari di un marchio di qualità. Un intrigante intreccio noir in grado di tenere sulle spine e sfidare lo stesso lettore a risolvere l’enigma. Eppure il mistero più affascinante rimane la complessa personalità di Marlowe il cui carisma, sebbene unico, è paragonabile per intensità a quello dei più celebri investigatori della tradizione letteraria.”
Miriam Mastrovito – Strepitesti
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“Ho avuto il piacere di fare una chiacchierata telefonica con Frank Spada, dalla quale ho compreso che esiste un’ulteriore chiave di lettura del romanzo: l’autore vi ha inserito elementi che raccontano la genesi di questa storia, ciò che ha provato mentre la scriveva, i tentennamenti, le crisi d’ispirazione, insomma una sorta di diario in cui traspare il vissuto dello scrittore mentre creava il romanzo. Credevo quindi di avere capito tutto, la vicenda, i riferimenti letterari e quelli biografici. Ma una domanda sibillina fattami da Frank Spada nel corso di una successiva telefonata – dopo che avevo già letto e riletto il libro e che mi accingevo a recensirlo – mi ha lasciato per un attimo interdetta: qualcosa mi sfuggiva ancora sulla trama? Per fortuna, dopo averci pensato un po’ su, ho avuto l’illuminazione. E ho dato a Frank la risposta corretta, lui ha riso e mi ha detto adesso può scrivere quello che vuole.”
Carla Casazza – Scrivere è vivere
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“Come nel precedente romanzo Marlowe ti amo, l’autore riesce a creare le stesse atmosfere che ricordano in pieno i romanzi di Raymond Chandler e il lettore si trova in pieno negli anni ’50, con situazioni pericolose, colpi di scena e molto altro.”
Pino Cottogni – SherlockMagazine.it
“Tra il jazz che sempre accompagna Marlowe, il fumo e l’alcool che rendono umano questo antieroe brusco e ironico, la storia si divora velocemente e il drammatico epilogo lascia il lettore con il rimpianto di dover salutare fin troppo in fretta il detective, ritrovato amico.”
Maria Guidi – Libri e Recensioni.com
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“La scrittura si conferma con quelle caratteristiche di originalità e invenzione che già ci colpirono nel primo romanzo, Marlowe ti amo: si sale su un ottovolante e ci si lascia trascinare dall’emozione della corsa…”
Messaggero Veneto
“Le avventure non mancano, le donne, i tipi loschi, i locali fumosi, le spiagge assolate e le pistole nemmeno, in questo romanzo che scivola come un buon whisky lungo una gola assetata.”
Valentina Viviani – Il Friuli
“È udinese e alimenta da un po’ il giallo della sua identità, nascosto sotto lo pseudonimo di Frank Spada, lo scrittore che gioca a riportare in vita il personaggio di Marlowe di Raymond Chandler. Gioco pericoloso, certo, ma praticato con lievità e garbo fino a risultare consolatorio per quanti, appassionati del genere, vivono l’inadeguatezza della produzione corrente…”
m.t.m. – Il Messaggero Veneto
Interviste
Frank Spada intervistato da Carla Casazza sul blog Critica Letteraria
“Miriam Mastrovito – Le interviste di Strepitesti”
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Cristina Orlandi su Officine Worth recensisce i primi 3 romanzi della serie di Frank Spada, in attesa dei prossimi.
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