LIBRO CANDIDATO AL PREMIO STREGA
«“Dottò sa come diciamo noi qui, che la processione si vede quando si ritira!” È vero. Da queste parti dicono spesso così. Ragione per cui, il ritardo epocale accumulato dalla processione attesa da questa gente, è diventato uno stile di vita. Sarà per questo che quaggiù aspettare equivale a muoversi.»
Alberto Arioli è un uomo all’equatore della vita, stagione in cui «le buone maniere, le condotte politically-correct e le prudenze strategiche fanno posto all’istinto di conservazione». Ed è, appunto, per spirito di sopravvivenza, che accetta un’emigrazione al contrario, dalla Lombardia alla Puglia; che si mette alle spalle la borghesia malandata a cui appartiene; che si fa bastare un giornale in cui si respira il disagio di una professione che ha smarrito il proprio senso. Ma per il compleanno Alberto non scende a compromessi, per il suo «cinquantesimo» si regala un viaggio lungo un mese, in America del Sud. Un viaggio che diventa tragitto dentro se stesso, e sentiero contro ciò che aveva creduto potesse bastargli.
Sullo sfondo di questo romanzo, la controfigura di due movimenti che descrivono ironicamente il vuoto in cui langue la politica: da una parte il Partito dei Demiurghi, e dall’altra Federazione Illuminata, che assolvono i propri doveri ricorrendo all’abitudine più diffusa nella provincia italiana: l’esercizio della calunnia.
Davide Grittani
Nato a Foggia nel 1970, ha pubblicato il romanzo «Rondò» (Transeuropa 1998, postfazione di Giampaolo Rugarli); il saggio-inchiesta «Colpa di nessuno – Viale Giotto una tragedia all’italiana» (Utopia 2004, con uno scritto di Giorgio Bocca) e la raccolta di reportage «C’era un Paese che invidiavano tutti» (Transeuropa 2011, prefazione di Ettore Mo e testimonianza di Dacia Maraini). La sua monografia sul design industriale «Una storia italiana» (con interventi di Sandro Veronesi e Gae Aulenti, CDI 2012) è stata tradotta in francese e inglese. Ha ideato e curato la prima mostra della letteratura italiana tradotta all’estero Written in Italy, che dal 2006 è stata esposta a Foggia, Roma, Còrdoba, Leuca, Skopje, Vilnius, Amsterdam, Seul, Torino, Doha, Bologna, Montevideo, Sydney, Santiago del Cile e Algeri. Dal 2000 al 2014 ha lavorato al quotidiano “La Gazzetta del Mezzogiorno”.
Rassegna stampa
“Un libro dall’ispirazione robusta che però lascia nell’anima un che di insoluto per uno stile forse monocorde nella sua veste ironico-moral-pessimista.”
Daniela Distefano – La Sicilia, 20 giugno 2017
“Davide Grittani mi ha agganciata, mi ha fatto capire come sia sempre difficile esserci, far sentire la propria penna in un mondo che segue regole, italiane. Dove la meritocrazia e il buon gusto sembrano un lontano miraggio.”
Voglio scrivere di te
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“L’espressività narrativa di Davide Grittani, che ha raccontato e collegato tutti i fili del tessuto del suo libro, ha fatto centro e, infatti, sono emersi la chiarezza espositiva e gli stessi contenuti. In primis, un forte senso di appartenenza alla propria terra, la Puglia e alla sua città Foggia, ed il voler andare contro i luoghi comuni.”
Marzia Morva – GiovinazzoViva
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“Lo Strega anche quest’anno ha rinunciato con eccessiva leggerezza, forse, ad autori come il calabrese Domenico Dara (in corsa con Appunti di meccanica celeste, Nutrimenti), il sassarese Gianni Tetti (in corsa con Grande nudo, Neo), il pugliese Davide Grittani (in corsa con E invece io, Robin – Biblioteca del Vascello), quindi Fabrizio Patriarca (Tokyo transit, 66th and 2nd): tutti romanzi con una forte connotazione linguistica, uno stile molto denso, con una decisa impronta territoriale, che avrebbero messo in luce un nuovo desiderio di raccontare l’Italia e una nuova esigenza stilistica quasi mai rappresentata in casa Bellonci.”
affaritaliani.it
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“Un libro dalla scrittura vivace e coinvolgente che si svolge attraverso continue sorprese finendo quasi per diventare una anomalo thriller, carico di colpi di scena.
Inutile dire che avrebbe meritato di essere immesso nella dozzina del premio Strega al quale era stato candidato da Maria Cristina Donnarumma e Roberto Pazzi.”
Elide Apice – Teatri e Culture
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“… il dibattito pubblico è talmente scaduto e ignaro del pericolosissimo rischio che si corre, che sta ignorando un fatto epocale: un Paese senza informazione, è un Paese che non può dirsi democratico.”
Gabriele Ottaviani – Convenzionali
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“Con un’ironia cristallina e una prosa affilatissima, credibile in ogni momento, divertente e caleidoscopica, lieve, raffinata, amara, disillusa e priva di luoghi comuni e retorica, in cui il realismo magico si amalgama perfettamente allo squallore dell’attualità, Grittani tratteggia più che vividamente un ritratto del nostro tempo che non solo appare riuscito, ma necessario.”
Gabriele Ottaviani – Convenzionali
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“Un testo complesso, ricco di sfumature e reso con una prosa leggera e curata. Attraversando le parole di Grittani sembra quasi di giocare ad un diabolico sudoku, inizialmente si osserva con un po’ di sufficienza, ma senza rendersene conto ci si trova inghiottiti dal gioco stesso…”
Rita Schena – La Gazzetta del Mezzogiorno
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“Un’odissea tra l’epica e la gag, un antieroe sballottato tra sirene-calunnie e ciclopi che gli portano via tutto, che suscita immediatamente simpatia ed empatia; una spietata critica ad un giornalismo che si è mortalmente prostituito ignorando la verità dei fatti, ai luoghi comuni su un meridione brutto, sporco e cattivo, ad una politica che si autoproclama “quella ancora pulita” sulla pelle dei detrattori massacrati a suon di scoop scandalistici. […] Scrittura correttissima, pulita e densa allo stesso tempo. Si è spinti ad un ritmo di lettura veloce per la prosa accattivante (alcuni tratti sono esilaranti) ma ogni tanto ci si deve fermare a riflettere sulle ultime righe. Una penna consapevole e leggera per un racconto che ha quasi del filosofico.”
ApoTeche – La Farmacia Letteraria
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“Nel romanzo Grittani è riuscito a mettere insieme un po’ di realismo magico e un po’ di attualità. Il risultato è un caso editoriale…”
ANSA
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“A fini anni ’90 Grittani è stato uno degli autori pubblicati dalla bottega editoriale della prima Transeuropa, da Massimo Canalini, noto scopritore di talenti letterari.”
Il Libraio
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Al Premio Alda Merini, “E invece io” ha ricevuto il premio del Presidente della giuria (premiazione a Imola il 18 aprile 2017).
Al Premio Golfo dei Poeti – Cinque Terre, “E invece io” si è classificato al quarto posto ex-aequo (premiazione a La Spezia il 2 aprile 2017).
“…il romanzo-confessione di Davide Grittani contiene il racconto della delusione di un’intera generazione e il resoconto di fallimenti della sinistra: una sinistra di periferia che ha ormai smarrito ideali e radici, e si agita solo per la conquista e il mantenimento del potere, ancorché locale.”
Marcello Sorgi – La Stampa
“E invece io sembra prendersi gioco delle tonnellate di ignoranza, pregiudizi, luoghi comuni, verità di comodo, versioni cristallizzate che ogni giorno popolano web, giornali e tv del nostro Paese.”
Angelo Perrino, direttore di Affari Italiani
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“Ho sempre guardato a Foggia come a un luogo di transito per immigrati, come a un luogo di raccolta e smistamento della disperazione. Questo romanzo racconta un Sud a me sconosciuto, diario e risarcimento di una popolazione intera”.
Ettore Mo, inviato del Corriere della Sera
“Orfano di ideali, di certezze, di una certa idea di borghesia, Alberto Arioli è un giornalista annoiato e deluso, che ha creduto in un mondo che non esiste più. La sua evoluzione, soprattutto interiore, viene raccontata da Davide Grittani nel romanzo di formazione ‘E invece io’…”
Ansa.it – Cultura
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“Un romanzo con un sottofondo musicale, tra blues e dialetto foggiano. […] La narrazione demolisce luoghi comuni e dogmi paludati…”
Michele De Feudis – Corriere del Mezzogiorno-Puglia
“Un libro scritto con una grazia soffice e crudele, fuori dal comune”.
Dacia Maraini, scrittrice
“Intenso e godibile, la città in cui è ambientato diventa tutti i luoghi del mondo. Il personaggio protagonista diventa tutti gli uomini del mondo, la sua lucida confusione è la confusione del mondo. Non solo della Sinistra”.
Alessandro Piva, regista
“E invece io contiene diverse parodie, sottili e dissacratorie, riflessioni che in alcuni casi diventano j’accuse nei confronti dell’inutilità di talk e talent show, nei confronti di una Sinistra sfigurata da un imborghesimento che ne ha cambiato i connotati (…)”
Sabino Labia, Panorama.it
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“Davide Grittani ha il pregio di non smarrire mai il filo della trama lungo queste geografie interiori ed esteriori e riesce al meglio nel gioco degli stili sia quando dipinge le icone di un modo dove “buoni e cattivi sono mischiati come nelle partite tra scapoli e ammogliati” sia quando getta un fascio di luce sui giornalisti che condividono con i musicisti e i tossici “il farsi carico di tutte le impurità del genere umano”.
Rossella Palmieri, La Gazzetta del Mezzogiorno
Davide Grittani, giornalista e scrittore, con “E invece io” affronta il tema della sconfitta, in un romanzo che porta il protagonista ad accettare la propria, al termine di un percorso fra tre pianure (quella Padana, il Tavoliere e la Pampa) e dopo aver perso le sue certezze e la fiducia nei suoi ideali. Ma è quando accetta la sua sconfitta che il protagonista ritrova se stesso.
Quello è il punto di ripartenza. Vale anche per i popoli (in “La nobiltà della sconfitta”, Ivan Morris lo ha analizzato per il Giappone). E noi ne sappiamo qualcosa.
Pino Aprile, giornalista e scrittore