“Che le cose non sarebbero andate esattamente come aveva immaginato lo capì abbastanza presto e precisamente nel momento in cui gli arrivò la cartolina giallo paglierino del Ministero della Difesa.”
Inverno, primi anni ’90. Un obiettore di coscienza viene precettato in un paese isolato dell’Alta Langa, in piena zona partigiana. Qui incontra la diffidenza della gente, l’asprezza dei luoghi, l’ambiguità del ruolo e tanti fantasmi.
I suoi, da cui non si separa mai, e quelli del paese, che gronda da ogni angolo piccole e grandi storie di vita e di morte che paiono destinate a gonfiarsi, a poco a poco, in un inarrestabile flusso corale.
Sullo sfondo scorre, pigro e fatale, il Bormida, fiume di sangue.
Recensioni
Massimo Novelli parla del libro su Repubblica.it