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Fango, bandiere e polvere da sparo

copertina

Fango, bandiere e polvere da sparo

Autore: Gianni Di Claudio
Pubblicato nel 2025
Pagine 538
ISBN 9791254679944
€ 24

 

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Il Libro

La storia del “nostro” mucchio selvaggio: una banda di disperati sbandati, accomunati dall’epiteto di “briganti”, con i loro nomignoli grotteschi, scorrazza nel secolo XIX sui territori del Sud Italia; sono tutti giovani sotto i trent’anni (quasi nessuno di loro supererà questa età), sono tutti figli e figlie di contadini senza terra e pastori senza greggi. Nel 1860, con la spedizione garibaldina, questi disperati intravedono nel reclutamento su larga scala, effettuato dagli annunciatori del “mondo nuovo”, con promesse di terre demaniali e incolte concesse a chi le avesse lavorate, cancellazione dei reati pregressi e arruolamento, per i volontari, nell’esercito del Nuovo Stato in caso di vittoria, una opportunità di riscatto dalla miseria che li ha attanagliati sin dalla nascita, umiliandoli e soffocandoli nel fango dell’ignoranza e dell’abbrutimento. Per avere più peso nella trattativa, visto che in quel momento cruciale della storia sono corteggiati sia dai Borbone che da Garibaldi, i gruppi briganteschi si riuniscono e si affidano al capobanda Carmine Donatello Crocco, uno dei pochi tra loro a saper leggere e scrivere, nominandolo “Generale” e facendolo loro comandante in capo di un piccolo esercito di oltre duemila uomini armati e avvezzi ai combattimenti. A metà Agosto 1860 questi uomini sono già inquadrati sul fronte del Volturno nella battaglia decisiva per l’unità d’Italia, agli ordini dei Generali Medici, Sirtori e Bixio, da cui riceveranno plausi, per il loro valore, e promozioni sul campo. Ma all’indomani della vittoria ottenuta, invece di mantenere la parola data, da Garibaldi e da chi aveva arruolato a suo nome, a questi piccoli grandi delinquenti, il nuovo Stato nega il promesso e reputa i superstiti, molti sono morti o resi storpi, tuttora dei “briganti”; li costringe a tornare alla macchia, disgregati in decine di gruppi, e scatena una caccia spietata nei loro confronti, dispiegando sul territorio malato del Sud centocinquantamila uomini della Milizia Nazionale, per una guerra che durerà oltre un decennio, macchiando ancora di più di sangue e ingiustizie quelle terre che i “briganti”, col loro sangue, avevano contribuito a liberare dal giogo straniero, gettando le basi per una nuova Nazione: “una d’arme, di lingua, d’altare / di memorie, di sangue e di cor”.