“Fili” è un romanzo di viaggio ma anche di formazione, lo sviluppo continuo di una trama di fili di diverso spessore, ognuno con il suo stile e la sua spinta narrativa.
Si viaggia attraverso l’India partendo da Calcutta, città di Kali, e Benares, suo centro più sacro, alla ricerca del confine fra vita e morte, amore e assenza. Si passa per il deserto del Rajasthan, luogo d’avvio della diaspora degli zingari, immagine storica più potente del nomadismo. Ci si avvicina sempre di più all’origine della millenaria cultura indiana, fra le foreste che circondano le sorgenti dei fiumi sacri, flusso di coscienza e di conoscenze senza tempo.
Per un attimo si torna in Occidente, fra Sardegna, Nord Italia e Marsiglia, nel bel mezzo di grandi confusioni esistenziali e tensioni sociali, per ripartire subito in un’ascesa progressiva che giungerà infine alle vette himalayane, là dove le leggi umane sono al minimo e tutto diventa voce della montagna, altezze, visioni astratte, essenza.
In mezzo a tutto questo, l’eterno gioco di amore ed assenza d’amore, la fascinazione per personaggi reali in fuga o in cerca di qualcosa, interviste immaginarie ad elementi e forze naturali, scene crude e magiche di vita animale, ricordi sbiaditi, sorprese, incanti e disincanti, il desiderio mai domo di superare i confini per una vita degna d’esser vissuta nella grande centrifuga della storia attuale, in fondo solo il grano di una collana di cui ignoriamo origine e destino finale.