Vedere lampi di luce, visioni luminose, è considerato, dalla medicina, una possibile avvisaglia di malattie retiniche. La poesia, invece, ricerca proprio queste apparizioni inaspettate per raccontarsi: apparizioni, queste, che non hanno a che fare con un organo particolare del nostro corpo ma che dialogano con tutto il nostro essere in un costante fraintendimento tra ciò che siamo e ciò che saremo. L’immagine fotografica fissa, come l’occhio, l’attimo visto. La poesia, come il battito di ciglia, lo racchiude al nostro interno per poterlo, forse, rivelare.