Come si è arrivati al durissimo Germania-Italia del 2011-2012? Alla gara quotidiana dello spread? Al governo imposto a Roma da Berlino? Alla recessione imposta all’Italia, la più grave della Repubblica? Che può solo aggravare il debito, e generare altra crisi.
L’Europa non è la stessa dopo la caduta del Muro. Perché la Germania è un’altra. La solidarietà si subordina alla convenienza, l’interesse di ogni paese non è più l’interesse di tutti, un problema si pone di egemonia. Di egemonia tedesca. Controvoglia, si dice, e invece determinata: il capitolo “La colpa è dell’Italia” ne porta le prove. Argomentando la vittoria infine della Germania nella sua terza “guerra civile” europea. Sui toni del faceto, ma non del tutto.
Sugli stessi toni viene rivisitata la Germania, di ieri e di oggi, nella mentalità, e nei modi di porsi col resto del mondo. Un quadro semiserio, a parti rovesciate.
In questa “Europa tedesca” poco si sa della Germania. La Germania nuova è anzi terra incognita. Mentre la Germania sa tutto di noi, naturalmente. C’è quindi un vuoto da riempire. Gentile Germania si propone come un tour rovesciato. Ribaltando la proiezione, dal Sud al Nord, e il pregiudizio. Col sorriso, e non.
“Parlino gli altri della propria vergogna, io parlo della mia”, diceva Brecht in testa a Germania. È rimasto solo e Gentile Germania intende fargli compagnia – lui avrebbe gradito. Con altri tedeschi altrettanto briosi e settari, per una “storia doc”, vista dal di dentro anche se critica. In un viaggio mentale più che fattuale: sulle attitudini e le abitudini (i vizi e le virtù) invece che sui luoghi e i monumenti.
In capitoli brevi, scanditi a feuilleton.