“Ma perché, noi come siamo? Siamo tutti uguali, pericolosi e pazzi. ’A differenza sta dietro. Sono i motivi che ci hanno portato a essere quelli che siamo. Il resto è uguale per tutti.”
Il commercio di oggetti trafugati dagli scavi di Pompei è uno dei tanti scenari che vede coinvolte numerose persone dai contrastanti interessi.
In questa seconda parte della trilogia napoletana, iniziata con Il Direttore Generale, proseguono le lotte intestine dell’Organizzazione alla ricerca di un nuovo equilibrio nei rapporti interni in vista dell’elezione del nuovo Re.
Ma quali sono i rapporti fra un apprezzato professore universitario e un noto antiquario?
Un ispettore di polizia segue le lotte interne dell’Organizzazione, confrontandosi anche con l’incomprensione di quelli che dovrebbero essergli vicini. E, a maniera sua, si avvicinerà alla verità più di qualunque altro.
Cosa cerca Titina, uomo-donna dalla doppia vita, nel rapporto con Vittorio Camporesi, giornalista che prova a ritrovare se stesso per venire fuori dal ricatto della droga?
Il proprietario-editore di una piccola libreria isolato da tempo in un mondo a parte, si troverà, suo malgrado, al centro di vicende che ne sconvolgeranno l’esistenza.
Anche Elena che, abbandonata la Banca Meridionale, ha raggiunto il quotidiano ‘Stampa Sud’, si troverà al centro di una storia che, ancora una volta, le cambierà traumaticamente la vita.
Sullo sfondo, ancora una volta Napoli, mangiata a bocconi, piccoli e grandi che ogni volta le hanno lasciato un segno dolorante. Eppure, testardamente, non vuole credere che possa essere così per sempre e allora trova la voglia di ricomporsi, senza inutili belletti perché Iddio l’ha fatta naturalmente bella.
Alla fine, però, anche un’anima bella può trovarsi in un corpo sfatto.
Disponibile anche in ebook
Rassegna stampa
“Il secondo volume della ‘trilogia Agostini’ è questione difficile, da affrontare con cautela; pena, l’affanno nell’analisi delle sottotematiche e la svalutazione di alcune meta-letture che ci paiono, invece, degne di approfondimento.”
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Giliola Chisté © (Foto di copertina)