Con il saggio introduttivo “Un paio di guanti per Louisa May Alcott” di Marco Catucci
«La cena giunse al termine e il salon era deserto, fatta eccezione per le due giovani signore, che, sedute in disparte e apparentemente immerse nei loro romanzi, anelavano, in realtà, nel loro intimo, all’arrivo di qualcuno, pianificando, con l’affascinante inconsistenza del gentil sesso, di dileguarsi qualora quel certo qualcuno fosse realmente comparso.»
Louisa May Alcott (1832-1888) deve la sua immensa popolarità al romanzo “Piccole donne” (1868), ma dall’inizio della sua carriera e fino alla prima metà degli anni Settanta scrisse storie gotiche e thriller pubblicati anonimamente o con lo pseudonimo di A. M. Barnard. Uno dei pochi racconti di questo genere riconosciuti in vita dall’Autrice è “I Guanti del Barone” (“The Baron’s Gloves”), uscito anonimo a puntate sul settimanale “Frank Leslie’s Chimney Corner” nel 1868 e ristampato molti anni più tardi nella raccolta “Proverb Stories” (1882). Tutto l’intreccio di questo racconto ruota intorno a un equivoco sull’appartenenza di un paio di guanti ritrovati a Coblenza. Concepito come un eccentrico marivaudage entro la cornice di un travelogue fra Germania e Svizzera, ha un significato particolare nel percorso della scrittrice, è una sorta di ponte, di passaggio, tra il thriller gotico e “Piccole donne”, mediato dalle esperienze della Alcott nel suo primo viaggio in Europa, come infermiera e dama di compagnia di Anna Weld.
Rassegna stampa
“…la Alcott non dà soltanto prova di saper gestire l’horror o momenti di ilarità, concede anche ai romantici di vivere situazioni piacevoli, romantiche, ciò che Amy desidera ardentemente.”
Thriller storici e dintorni
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“La protagonista di questo racconto è un’altra Amy, che in verità ci ricorda la parte romantica e sognatrice della più piccola delle sorelle March.”
Babele letteraria
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“Se appartieni alla schiera di lettori che la conoscono soltanto per il suo celebre, ma non prediletto, Piccole Donne, puoi iniziare a rimediare leggendo proprio I guanti del Barone. Io ne sono rimasta estasiata.”
Last Century Girl
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