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«Braciola era andato a un reading di un romanzo d’avanguardia e dopo un po’ che ascoltava aveva detto: Adesso lo scrivo io, un romanzo.
Braciola mi aveva raccontato che Sordone gli aveva chiesto in prestito un euro per il tram, poi non aveva voluto più restituirglielo perché era andato a casa a piedi e il tram non l’aveva preso.
Braciola pensava: Sarei vegetariano anch’io, se non ci fossero il prosciutto, il salame e la mortadella.»
Come, chi sono? Sono Braciola. Da non confondermi con un altro Braciola, che quando l’ho conosciuto siamo rimasti tutti e due basiti come allocchi, perché non ce l’aspettavamo che l’altro si chiamasse uguale. Lavoro all’Azienda trasporti, e mi trovo spesso a parlare col mio migliore amico, giù al bar aziendale, quando facciamo colazione. Ordiniamo il solito, cioè un gnocco con la mortadella io, un panino col prosciutto lui, un bicchiere di lambrusco per uno, e ci mettiamo al tavolino dove gli faccio sempre dei gran discorsi, gli parlo di tutte le cose che mi passano per la testa e smetto solo quando ci alziamo per pagare il conto. Gli do delle fiaccate che secondo me si è pentito d’essere diventato il mio migliore amico.
Rassegna stampa
“Non è semplice definire attraverso le normali categorie questo libro che si legge con lo stesso gusto che dà un bicchier d’acqua quando si muore di sete…”
MangiaLibri
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