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«“Dovranno defecare dentro tazze del cesso in cristallo di rocca e si soffieranno i loro nasi bitorzoluti in fazzoletti di sartoria! Potremo restare il paese dell’abbondanza solo se educheremo tutti, ma proprio tutti a comportarsi come degni figli del paese dell’abbondanza!” Questo l’urlo di battaglia di una delle più profonde menti che il nostro sistema economico abbia mai prodotto, colui che tuttora si usa ricordare come il Sottil Blanditore.»
Le vicende si svolgono attorno alla metà del XXII secolo. In quel periodo le forze politiche e la malavita organizzata avranno già raggiunto un accordo per la spartizione del potere, da un lato eliminando anche con metodi criminali ogni forma di opposizione, dall’altro favorendo attività imprenditoriali tese al raggiungimento di elevati profitti senza il rispetto di alcuna regola e con utilizzo della pubblicità intesa come tentativo di lavaggio del cervello per costringere all’acquisto di beni di cui non si avverte alcuna necessità. Chi narra i fatti è un essere timoroso ed impaurito, desideroso soltanto di vivere al riparo da tutto, da tutti e anche da se stesso; verrà però coinvolto in vicende tali da far credere possibile che stia per verificarsi un grande prodigio, e col tempo troverà la forza per reagire.
Il libro è stato pubblicato una prima volta nel 1992, pochi giorni prima dell’omicidio del giudice Falcone e in contemporanea con l’inizio delle inchieste su Tangentopoli, fatti che hanno procurato all’autore la spiacevole sensazione di essere stato una specie di Cassandra.