Cinquant’anni di vita all’insegna dell’arte e della lotta per la libertà del proprio Paese. Dai fasti
apparenti della Persia dello Scià al volto reale del regime di Ahmadinejad, passando per gli Ayatollah che l’hanno preceduto, da Khomeini a Khamenei, fino ai recenti fatti dell’estate 2009: le immagini delle rivolte nelle piazze dell’Iran e la morte di Nedà hanno fatto il giro del mondo.
La storia dell’Iran attraverso il personale racconto dell’artista e attivista del CNRI (Consiglio Nazionale delle Resistenza Iraniana), Reza Olia, ormai da mezzo secolo in Italia, sua seconda patria, perché uomo ritenuto pericoloso per la Repubblica Islamica dell’Iran. Al centro dell’opera gli anni ’70 e ’80, l’adesione al PCI e le esposizioni in Italia e all’estero per testimoniare con l’arte il dramma del popolo iraniano: torture, condanne a morte, indottrinamento religioso volto a sopire le naturali inclinazioni umane alla libertà di parola, di fede, di espressione culturale.
Enrico Berlinguer, Luigi Longo, Rafael Alberti, Louis Aragon, la Pasionaria, Cesare Zavattini, Alberto Moravia, Aldo Moro, Giorgio La Pira, Renato Guttuso e numerosi intellettuali iraniani morti in esilio, come il musicista Emade Ram e lo scrittore Golam Hossein Saedì, sono solo alcuni dei personaggi che Olia ha avuto l’occasione di conoscere. Dal 1998 vive sotto la scorta dell’Arma dei Carabinieri: “Ho sempre pagato per le mie idee e continuo a pagare”.
Una testimonianza diretta e appassionata, ricca di particolari e aneddoti, dedicata agli esuli politici e a chiunque lotti per la libertà.